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I vostri INCONTRI ???
la lontra
Inviato il 30/12/2011 16.59.40
  L’odissea Omsa: “La cassa è finita, tutte licenziate”

Tratto da: L’odissea Omsa: “La cassa è finita, tutte licenziate” | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2011/12/30/l%e2%80%99odissea-omsa-la-cassa-e-finita-tutte-licenziate/#ixzz1i2BIGkuQ
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

Faenza, allarme dei sindacati: 200 operaie senza lavoro
Lo stabilimento fu fondato negli anni Quaranta. Rabbia tra le dipendenti, da mesi in cassa integrazione: “Ci hanno abbandonato”. La Golden Lady ha deciso di delocalizzare all’estero: produzione in Serbia



FAENZA (Ravenna), 30 dicembre 2011 - SEMBRA davvero finita per l’Omsa di Faenza, storico calzificio che il gruppo Golden Lady ha deciso da tempo di chiudere, per trasferire la produzione in Serbia. L’azienda ha comunicato ai sindacati che al termine del secondo anno di cassa integrazione speciale, il prossimo 14 marzo, scatterà il licenziamento collettivo per i dipendenti rimasti (quasi tutte donne). L’annuncio – diffuso dalla Filctem Cgil – arriva pochi giorni dopo l’ultimo incontro al ministero dello Sviluppo economico, concluso con scarse novità sul progetto di riconversione dello stabilimento da parte di un possibile acquirente, rimasto nell’ombra.

UN BRUTTO colpo di fine anno per le operaie, che si trovano protagoniste della fine di un’epoca (lo stabilimento fu fondato dalla famiglia forlivese Orsi Mangelli nei primi anni Quaranta). Erano 346, ora ne restano oltre 200, dopo che, in 80, hanno accettato l’incentivo di 23 mila euro per la mobilità, a febbraio.

Roberta, Fulvia, Angela, Emanuela, Marina, Cristina e Antonella, invece, hanno scelto di restare ‘in prima linea’. Guardano i cancelli della fabbrica, che negli ultimi mesi hanno varcato solo per turni di quattro ore, 15 giorni al mese. «All’inizio eravamo in tante a protestare — commentano, amare —. Ora siamo sempre le stesse dieci o quindici: dicono che siamo estremiste, in realtà vogliamo solo lavorare».

Non si sono mai fatte prendere dalla rassegnazione. Ma la rabbia, quella sì, è tanta. Contro le istituzioni che «non hanno fatto abbastanza», contro una parte del mondo sindacale (accusata di aver accettato con troppo accondiscendenza la chiusura, stabilita due anni fa). Anche contro parte delle colleghe, che hanno smesso di lottare. «Augurarsi un buon 2012 è difficile — dice Marina Francesconi —. Trascorreremo l’ultimo dell’anno pensando a quello che succederà a marzo. Più che al futuro, mi viene da pensare a tutto quello che abbiamo passato in questi anni. Cose che una volta potevamo permetterci ora sono un miraggio. E la serenità non c’è mai, neanche a casa».

Già, a casa, dove mariti e figli hanno vissuto con loro questi anni di incertezza. Cristina Bucci, per esempio, ha un figlio tredicenne. «Credo non si renda ancora conto fino in fondo di quello che sta succedendo: a volte mi dice ‘Mamma, perché non trovi un altro lavoro’? — sorride —. Quando ero una ragazzina, i miei mi hanno subito trovato da lavorare: di soldi ce n’erano pochi, ma almeno il lavoro si trovava».

Intanto la crisi colpisce anche altri membri della famiglia. «Mio figlio ha 22 anni, è disoccupato – raccontaAntonella Valgimigli. – Ha lavorato nel negozio di un parrucchiere, lo pagavano 200 euro al mese». Ma la chiusura dell’Omsa – le operaie lo ribadiscono con forza – con la crisi economica c’entra ben poco. «L’Omsa non è mai stata in crisi. Se Grassi (presidente del gruppo Golden Lady, ndr) se ne va in Serbia è perché gli conviene».

Queste «ragazze dell’Omsa» giudicano insufficiente non solo l’appoggio delle istituzioni, ma anche quello della città. «I faentini ci sono stati vicini solo all’inizio – scuote la testa Fulvia Amadei. – poi, probabilmente, si sono stancati anche loro. E nonostante sia stato lanciato da tempo un boicottaggio dei prodotti, i negozi della città sono ancora pieni di calze Omsa: bella solidarietà



discalculio
Inviato il 30/12/2011 17.50.16
  Mi vien da pensare che tu sia stata in ibernazione per diciamo 30 anni e
ora al risveglio ti accorgi di tutte queste cose e le riporti come se fossero
novita'.
Svegliaaaaa!
Piuttosto ragiona sul perche' se ne vanno in Serbia o altri posti.

la lontra
Inviato il 30/12/2011 18.21.13
 
CITAZIONE (discalculio del 30/12/2011 17.50.16):

Mi vien da pensare che tu sia stata in ibernazione per diciamo 30 anni e
ora al risveglio ti accorgi di tutte queste cose e le riporti come se fossero
novita'.
Svegliaaaaa!
Piuttosto ragiona sul perche' se ne vanno in Serbia o altri posti.


Nn ero in ibernazione semplicemente me ne fregavo e dormivo come molti che continuano a dormicchiare..comincio a vedere oltre certe tematiche..che appartemente sembrano in un modo e in realta' nascondono altre verita'..agghiaccianti direi..
E i tempi stanno cambiando discalculio...e cominceranno tanti licenziamenti..tante tasse..e il malcontento comincera' a sentirsi sai perche'?(solo questione di tempo..)..Perche' finche' nn gli tocca il problema alla gente (nn e' riferito a te personalmente e' generico il mio discorso..)..quindi finche' nn gli viene toccato il pane tutto va' alla grande..quando gli verra' tolto anche quello nn credo si continui a dormire sonni tranquilli..
I costi di produzione all'estero costano molto di meno..e andra' sempre peggio per l'Italia..visto che il nostro disinteressato Monti (perche' lui vuole salvare l'Italia nn il culo alle banche...) e' concentrato su come incentivare le nostre aziende produttive italiane..la vedo male la vedo.....Buon anno a rileggerci all'anno nuovo con delle nuove suppostine..

crys
Inviato il 30/12/2011 18.33.38
  nella mia azienda la situazione e' simile se non peggio
a gennaio 93 persone entreranno in mobilita' dopo 4 anni di cassa
l'azienza se riservata altre 60 persone che man mano anche loro faranno la stessa fine
e questo tutto entro giugno 2012
l'azienda aveva 4 anni fa piu di 2000 dipendenti fra italia polonia spagna e turchia
in poco tempo ha chiuso la produzione in questi paesi spontandosi in serbia dove gli operai costano 200 euro il mese con turni massacranti e a ciclo continuo ricevendo incentivi statali x esportare lavoro in paesi depressi
in italia e' rimasta la produzione in due zone del mantovano
dove sono ora io.............. siam poco piu di 200 quando ci si contava in circa 400
ora con la mobilita' chi ha perso il posto si incavola ...giusto.....perche non se incavolato quando smontavano le macchine x trasferirle?
perche non facevano blocchi a quel tempo....han pensato solo a difendere il loro posto senza pensare a tutta l'azienda e ai colleghi.........l'indifferenza porta a questo e da quel che sento sara' sempre peggio se non si agisce nel tempo giusto..........comunque han tutta la mia soliderieta'.....le sento mie colleghe e sopratutto italiani/e che pian piano dovremo espatriare x lavorare......................

Salve
Inviato il 30/12/2011 18.52.57
  CITAZIONE (la lontra del 30/12/2011 18.21.13):

Monti (perche' lui vuole salvare l'Italia nn il culo alle banche...)CITAZIONE

Monti non salverà un bel tubo

[Modificato dal moderatore il 30/12/2011 alle 19.18.25]

la lontra
Inviato il 05/01/2012 10.20.53
  http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/04/fincantieri-proteste-genova-palermo-passera-convoca-sindacati-gennaio/181536/

Fincantieri, proteste da Genova a Palermo Passera convoca i sindacati il 10 gennaio
Il ministro per lo Sviluppo economico ha convocato il prossimo 10 gennaio i sindacati per fare il punto sulla situazione del gruppo cantieristico. Proteste a Palermo e a Genova dove gli operai hanno bloccato l'aereoporto 'Cristoforo Colombo'
Sale la tensione negli stabilimenti Fincantieri di Palermo e Sestri Ponente, uniti nella protesta contro il piano di riorganizzazione dell’azienda e l’accordo separato dello scorso 21 dicembre. Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha convocato il prossimo 10 gennaio i sindacati per fare il punto sulla situazione complessiva del gruppo cantieristico. La convocazione, già in programma, è partita ieri ed è stata indirizzata ai sindacati nazionali perché riguarda l’intera azienda.

Se da dieci giorni gli operai di Sestri Ponente bloccano i cancelli dello stabilimento, fermando di fatto gli ultimi lavori alla nave in costruzione che avrebbe dovuto prendere il mare a marzo, a Palermo stamani poco prima delle 10 le maestranze hanno occupato la strada all’altezza della rotonda di viale Regione siciliana, l’arteria principale che attraversa la città e che collega le autostrade per Trapani e Messina. E mentre la protesta era in corso, si è sparsa la voce di 130 lettere di accensione della cassa integrazione per altrettanti operai. Un numero troppo simile a quello indicato nel piano esuberi, che prevede appunto 140 licenziamenti. Gli operai sono tornati davanti ai cancelli per il presidio, ma già è decisa l’assemblea per domani. La Fiom, che non ha siglato con Fim e Uilm l’accordo con l’azienda per la cassa integrazione, sta raccogliendo in queste ore le adesioni alla protesta dai tanti lavoratori che cominciano a non riconoscersi in quell’accordo separato. Così a Palermo come a Sestri la tensione si fa sempre più alta e giorno dopo giorno gli operai che si uniscono ai presidi davanti ai cancelli sono sempre di più.

Sul tema Fincantieri oggi è tornato a parlare anche il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco: “E’ una situazione delicata e fonte di preoccupazione – ha detto -. Ma so che c’è la volontà e la determinazione da parte di tutti per salvaguardare il lavoro al di là delle forme e delle tipologie”. Un messaggio schietto che il cardinale riprende quando gli si chiede un commento alla possibilità che salga in modo pericoloso la tensione sociale: “Purtroppo – ha detto il porporato – la tensione sociale è sempre possibile ma direi che non è mai fatale. E la via del dialogo tra diversi soggetti è importante per capire le soluzioni possibili”. Alla mobilitazione degli stabilimenti di Palermo e Sestri Ponente si aggiunge anche quella di Ancona: domani i lavoratori incontreranno il prefetto ma la situazione “è gravissima – dicono in Fiom -, peggiorata da quell’accordo separato. E’ necessario l’intervento diretto del governo centrale”.

Genova, occupato l’aereoporto. Ancora proteste, a Sestri Ponente,contro il piano di riorganizzazione di Fincantieri. Gli operai dello storico stabilimento navale, che da giorni presidiano i cancelli della fabbrica e hanno sospeso la costruzione dell’ultima nave in lavorazione, hanno prima bloccato il traffico del ponente genovese e poi occupato per alcune ore l’aereoporto ‘Cristoforo Colombo’ obbligando i voli in partenza a essere dirottati su altri scali. La direzione ha organizzato insieme con le compagnie aeree alcuni pullman per trasferire i passeggeri in partenza per Trieste e Roma a Milano Linate e quelli del volo British Airways per Londra a Pisa. “Speriamo che Roma dia risposte positive alla richiesta dei lavoratori Fincantieri – è l’auspicio del direttore generale del ‘Cristoforo Colombo’, Paolo Sirigu – in modo da sbloccare la situazione”. In segno di solidarietà con i lavoratori della Fincantieri anche i tassisti dell’aeroporto hanno proclamato 15 minuti di sciopero e la Rsu dei lavoratori dello scala ha diffuso un volantino con scritto: ‘Noi siamo con voi! Piena e totale solidarietà dalla Rsu aeroportuale, dai lavoratori e dalle lavoratrici dell’aeroporto di Genova verso i lavoratori di Fincantieri. Siamo e saremo sempre con voi nella vostra lotta’. Ieri anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova è intervenuto sulla crisi di Fincantieri: ”E’ una situazione delicata e fonte di preoccupazione. Ma so che c’è la volontà e la determinazione da parte di tutti per salvaguardare il lavoro al di là delle forme e delle tipologie”, ha detto a margine della celebrazione di una messa per i giostrai del lunapark del capoluogo ligure.

Palermo, mobilitazione fino a martedì. Gli operai di Fincantieri Palermo hanno liberato viale Regione siciliana, dopo l’occupazione delle carreggiate all’altezza della circonvallazione. Traffico in tilt, durante la protesta, nell’importante arteria che attraversa la città e collega alle reti autostradali. Poi le tute blu si sono dirette verso il cantiere navale dove continuerà il sit-in ai cancelli, almeno fino a martedì, quando è previsto il tavolo convocato dalla Regione per indurre l’azienda a tornare sui suoi passi in ordine al piano esuberi e di ridimensionamento produttivo. Contestato anche “il silenzio” del governo nazionale. A tenere alto il livello della tensione l’arrivo ieri delle lettere di cassa integrazione per 130 operai che sembra confermare l’intenzione dell’azienda di procedere sulla linea dei 140 esuberi e della cigs per due anni per un massimo di 470 operai su 505. “Si tratta di cigs non concordata”, insiste Francesco Piastra della Fiom Cgil.



 



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